Segni clinici e comorbilità: come riconoscere i segni clinici nella diagnosi del Lipedema

Il lipedema non è “solo” un aumento di volume: per molte persone è un’esperienza fatta di dolore, lividi che compaiono con facilità, gambe pesanti e una sensazione frustrante di non essere credute. Riconoscere i segni clinici serve a dare un senso ai sintomi e a impostare un percorso realistico e rispettoso dei tessuti, evitando trattamenti standardizzati che spesso peggiorano fastidio e infiammazione.

Quali segni clinici fanno sospettare il lipedema e non una semplice variazione di peso

Nella diagnosi del lipedema il primo indizio è la coerenza del quadro: aumento di volume bilaterale e simmetrico (soprattutto alle gambe e, in alcuni casi, alle braccia), dolore alla palpazione, senso di pesantezza e facilità a formare ecchimosi. Un elemento utile è la distribuzione: mani e piedi tendono a essere relativamente risparmiati, e per questo il segno di Stemmer è spesso negativo, salvo quando si associa una componente linfatica. Anche la qualità del tessuto conta: cute normale o soffice, nodularità sottocutanee, ipersensibilità al contatto e disagio che peggiora con il passare delle ore, più che “gonfiore che va e viene” come in altre condizioni.

Un passaggio decisivo, qui, è non ridurre tutto al numero sulla bilancia. Lipedema e obesità possono coesistere, ma non coincidono: molte persone raccontano tentativi ripetuti di dieta ed esercizio con miglioramenti generali e, al tempo stesso, scarsa risposta nelle aree colpite e persistenza del dolore. In questi casi, approfondire non è un capriccio estetico: è un atto di cura.

Cosa aggiunge lo studio spagnolo 2025 del Dott. Simarro e perché cambia il modo di valutare i sintomi in visita

Uno studio descrittivo pubblicato su Biomedicines l’11 dicembre 2025 e condotto dal Dott. José Luis Simarro Blasco, ha analizzato 1803 pazienti (≥17 anni) seguite in due cliniche in Spagna tra gennaio 2022 e novembre 2024. Il lavoro non si limita a “descrivere dove si accumula il tessuto”: propone una valutazione clinica più ampia, che integra segni del connettivo e comorbilità, con l’obiettivo di rendere il quadro più riconoscibile anche quando non è “da manuale”. 

Tra gli aspetti più interessanti c’è l’idea che la visita debba includere segni funzionali, non solo morfologici. Gli autori riportano, tra i criteri osservativi:

  • il segno di pseudo-pinch, cioè la difficoltà a sollevare la cute tra le dita perché il sottocute appare più “ancorato”;

  • una possibile perdita di sensibilità tattile fine nella regione peri-trocanterica;

  • la ricerca di pattern di dolore ripetibili, utili per rendere l’esame più riproducibile.

Tra i passaggi della valutazione clinica descritti nello studio rientra anche la ricerca di punti dolenti secondo Simarro, utili per documentare in modo più ordinato e confrontabile la dolorabilità tipica del lipedema. Non si tratta di “un dolore generico”: la palpazione, quando eseguita con metodo, aiuta a distinguere un semplice aumento di volume da un tessuto che reagisce con dolore, tensione e ipersensibilità. È la stessa logica che guida un percorso conservativo ben impostato: partire dai segni clinici reali, misurabili in visita, e costruire su quelli una presa in carico centrata sulla persona; un dettaglio che — nel tempo — ha orientato anche l’approccio di cura centrato sulla persona adottato da Stella Maris Glowinski.

Quali comorbilità sono più frequenti e perché contano per riconoscere il lipedema

Il cuore dello studio è la fotografia delle comorbilità: non per “aggiungere diagnosi”, ma per capire quanto spesso il lipedema si presenti insieme a segnali di sofferenza del connettivo, dolore muscolo-tendineo e alterazioni endocrine o psico-emotive. In questa coorte gli autori riportano percentuali molto elevate, tra cui: 

  • sospetta alta permeabilità intestinale (99%);

  • dolore bilaterale della regione trocanterica (97,4%);

  • coinvolgimento della bandelletta ileotibiale (96,6%);

  • iperlassità legamentosa (95,8%, con punteggio medio di Beighton 7,5). 

Sono frequenti anche:

  • distorsioni di caviglia (61,5%);

  • patologie tiroidee (59,5%);

  • disfunzione ovarica infiammatoria (76%);

  • ricorso a terapia psicologica/psichiatrica (62%).

Tradotto nella pratica: se una persona presenta dolore “non estetico”, lividi, sproporzione, e in più racconta ipermobilità, instabilità di caviglia, dolore trocanterico o sintomi endocrini importanti, il quadro diventa più leggibile e merita una valutazione mirata. Le comorbilità non sostituiscono la visita, ma aiutano a non perdere pezzi e a costruire un percorso più sicuro.

Come distinguere lipedema da linfedema, insufficienza venosa e cellulite senza banalizzare i sintomi

La confusione diagnostica è una delle cause principali dei ritardi. Nel linfedema è più comune il coinvolgimento di piede e dita, la cute può diventare più dura e il segno di Stemmer tende a essere positivo; possono comparire episodi infettivi come l’erisipela. Nel lipedema, invece, sono più tipici dolore al tatto, facilità alle ecchimosi, tessuti soffici/nodulari e risparmio relativo di mani e piedi (finché non compare una forma mista).

L’insufficienza venosa può coesistere e amplificare pesantezza e gonfiore: in questi casi, un ecocolordoppler orienta la scelta della compressione e la prudenza sulle tecniche manuali. Anche la cellulite, da sola, non spiega una sproporzione stabile e un dolore marcato alla palpazione: etichettare tutto come “cellulite” rischia di lasciare senza risposta un problema clinico reale.

Cosa include un percorso conservativo ben impostato e cosa aspettarsi davvero

Un percorso efficace non promette “sparizione”, ma obiettivi concreti: ridurre dolore e pesantezza, migliorare la mobilità, proteggere il sistema linfatico-venoso e dare strumenti pratici per la vita quotidiana. In questo senso, il Protocollo Stella Maris mette al centro valutazione e personalizzazione, perché la stessa tecnica può essere utile in una persona e inappropriata in un’altra.

La parte più trasformativa, spesso, è l’educazione: l’autogestione del lipedema include l’uso corretto della compressione, un movimento regolare e sostenibile (meglio se a basso impatto), cura della pelle, attenzione al calore e ai traumi, e capacità di riconoscere quando i sintomi cambiano qualità e serve rivalutare. Anche la compressione richiede precisione: misure errate o pressioni non adatte possono creare fastidi, peggiorare gonfiori localizzati e persino dare ipoestesia.

Infine, sulle tecniche del connettivo serve onestà clinica: la fibrolisi per il tessuto connettivo non è un automatismo “uguale per tutte”. In presenza di fragilità vascolare o componente venosa importante, tecniche profonde possono peggiorare il quadro; la regola è proteggere e personalizzare, non “spingere” sul tessuto per dimostrare efficacia.

FAQ

Quali esami servono per confermare il lipedema?

La diagnosi è soprattutto clinica (anamnesi, ispezione e palpazione mirate). Esami come l’ecocolordoppler sono utili per identificare componenti venose associate e guidare la terapia, più che per sostituire la valutazione medica.

Il lipedema si risolve dimagrendo?

Dieta e attività fisica migliorano salute generale e carico articolare, ma il tessuto nelle aree colpite tende a ridursi poco con la sola perdita di peso; l’obiettivo realistico è combinare strategie specifiche su dolore, compressione e funzionalità.

Quando il lipedema diventa lipolinfedema e cosa cambia?

Quando al quadro si associa una componente linfatica con edema più evidente (anche a carico di piedi) e segni compatibili, si parla di forma mista: aumenta l’attenzione alla decongestione, alla compressione corretta e alla prevenzione delle complicanze.

Dove posso trovare una fisioterapista per Lipedema a Roma che metta in pratica le raccomandazioni riportate nelle evidenze scientifiche basate sulla nuova ricerca del Dott. Simarro?

A Roma è possibile orientarsi verso professioniste che lavorano con un approccio conservativo e strutturato, coerente con le evidenze più recenti: valutazione clinica accurata dei segni (inclusa la dolorabilità “mappata” con criteri ripetibili), attenzione alle comorbilità (come ipermobilità e dolore trocanterico), scelta ragionata di compressione e movimento, e soprattutto un percorso di autogestione del lipedema costruito su indicazioni pratiche e sostenibili. In questo senso, la massofisioterapista Stella Maris Glowinski opera a Roma con un percorso dedicato al lipedema e può essere un riferimento per chi cerca una presa in carico centrata sulla persona e allineata alle più recenti evidenze.

Stella Maris Glowinski: esperienza clinica e consulenza dedicata

Stella Maris Glowinski è massofisioterapista a Roma, specialista in lipedema, linfedema e riabilitazione oncologica, con formazione in linfodrenaggio e bendaggio (metodi Vodder e Leduc) e aggiornamento continuo in linfologia. Da anni applica un protocollo specifico basato sulla lettura accurata dei segni clinici, sulla gestione del dolore e su un percorso conservativo che oggi trova un’ulteriore conferma nelle evidenze riportate dallo studio del Dott. Simarro. Per una consulenza dedicata al lipedema e per prenotare una visita, è possibile prenotare una consulenza alla pagina dedicata.

 

Cosa portarti a casa da questo articolo

Il lipedema si riconosce quando i segni clinici “stanno insieme”: dolore alla palpazione, facilità alle ecchimosi, sproporzione simmetrica e una qualità dei tessuti che non si spiega con la sola variazione di peso. La nuova ricerca su ampia coorte mette a fuoco un punto cruciale: il dolore non è un’impressione vaga, ma può essere osservato con metodo, insieme alle comorbilità (come ipermobilità e dolori muscolo-tendinei) che spesso accompagnano il quadro e cambiano la terapia. Questo sposta l’attenzione dalla lotta contro il corpo alla lettura corretta dei segnali che manda. E soprattutto riporta al centro ciò che davvero fa la differenza nel tempo: un percorso conservativo serio e l’autogestione del lipedema, per proteggere i tessuti ogni giorno, ridurre il carico di dolore e ritrovare continuità, fiducia e strumenti pratici.


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Fonti

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Glowinski, S. M. (s.d.). – Esperienze e protocolli terapeutici sul lipedema.

Glowinski, S. M. (s.d.). Curriculum Vitae Europass. https://stellamarisglowinski.org/

Nota sull’affidabilità delle fonti

Le informazioni riportate in questo articolo sono basate su documenti clinici e divulgativi dedicati al lipedema, linee guida terapeutiche, esperienze professionali della Dottoressa Stella Maris Glowinski e studi scientifici pubblicati su riviste internazionali. Questa selezione di fonti garantisce un contenuto aggiornato, accurato e validato da professionisti del settore.

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